Allevata nelle Marche, in Abruzzo, nel Lazio e in Campania, quella Marchigiana è la terza razza da carne in Italia, dopo la Fassona e la Chianina, e quella dotata della migliore struttura morfologica di tutto il ceppo podolico. La sua origine, databile intorno alla metà del XIX secolo, è frutto dell’incrocio tra il bovino Podolico dell’Appennino Centrale e i Tori Chianini e, successivamente, con quelli romagnoli.
Ma è nel 1931 che arriva la svolta, dando il via ad un’accurata selezione per ottenere la razza Marchigiana che conosciamo oggi. In quell’anno venne infatti istituito il Libro Genealogico per la razza che concretizza tutto il lavoro di selezione che ha permesso di ottenere animali rustici, resistenti e caratterizzati da veloce accrescimento.
Giusta marezzatura, tenera, colore rosato, grana fine e corretto grado di infiltrazione di grasso: sono questi i tratti distintivi che rendono di ottima qualità la carne prodotta da questo bovino, riconosciuta a marchio IGP con la denominazione “Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale” nel 1998 (esemplari di età compresa tra i 12 ed i 24 mesi). Per l’elevato contenuto proteico e i bassi livelli di colesterolo è inoltre una grande alleata della salute a tavola.
Studi effettuati dall’Università di Teramo hanno fatto emergere che 100 grammi di carne di Vitellone IGP dell’Appennino Centrale forniscono il 50% di zinco e il 16% di ferro del fabbisogno quotidiano di un soggetto adulto. Le spiccate capacità di adattamento e di resistenza alle malattie rendono infine questa razza ideale per il pascolo in condizioni difficili e quindi un volano fondamentale per il recupero e la valorizzazione dei cosiddetti “terreni marginali”.